Dieta Flessibile
In realtà la parola dieta deriva dalla parola greca Daieta poi diventata in latino Diaeta e successivamente in italiano Dieta, e significa stile di vita, abitudine, modo di vivere.
Questo è il concetto che vorrei far passare all’interno delle mie consulenze, perchè l’alimentazione affinchè possa essere efficace e far verificare i suoi effetti ha bisogno di molto tempo. Un normale ciclo dietetico ipocalorico ha una durata media dalle 6 alle 10 settimane prima di dover subire aggiustamenti o che si necessiti di un controllo, e magari rappresenta solo il primo di una serie di passaggi utili a risolvere il problema o a raggiungere l’obiettivo.
Capiamo bene come un obiettivo a lungo termine ha necessità di non essere rigido per garantire una buona adattabilità alle eventualità della vita, senza comportare ulteriori sacrifici, quindi deve essere flessibile.
Non esiste stile di vita attuabile su lungo termine che non sia flessibile.
Sulla flessibilità e sull’adattabilità si basa il protrarsi della vita e delle specie, figuriamoci seguire un programma Nutrizionale.
Quindi cos’è una dieta FLESSIBILE?
Il controllo flessibile dell’alimentazione è un approccio moderato dove qualunque alimento può rientrare nel nostro programma purchè rientri in uno schema ‘più grande’ delle cose, come la conta calorica e il bilancio dei macronutrienti.
Ognuno di noi ha un preciso bilancio calorico e fabbisogni nutrizionali differenti, e una volta quantificati questi, il bilancio totale si può fare ricorrendo a qualsiasi tipo di alimento purchè rientri nel calcolo.
Bisogna imparare a gestire la propria alimentazione come il proprio conto corrente, magari suddividendola su base settimanale (un po’ come fanno nei paesi anglosassoni), e da questa
poter ripartire eventuali cene fuori o snack aggiuntivi, sapendo che bisognerà saper risparmiare in certi momenti per poterci permettere certi sfizi.
In questo tipo di scenario una ipotetica dieta da 2000kcal può essere composta da riso pollo broccoli e olio di oliva, oppure da carne rossa, dolci, snack e altro cibo altamente processato o poco ’ortodosso’. L’ideale sarebbe un approccio misto e tarato sul comportamento individuale così da cucire il piano sulle proprie preferenze.
Ovviamente, la qualità del cibo che mangiamo influenzerà molti parametri tra cui il senso di sazietà, i parametri ematici, la salute intestinale, la ritenzione idrica e una corretta micronutrizione, e la nostra salute nel lungo periodo.
L’obiettivo non è di vedere le cose in bianco e nero e avere un approccio estremamente rigido o composto solo da junk food, ma avere un approccio a scale di grigi facendo in modo tale che una parte delle calorie della dieta venga destinata agli alimenti a cui non possiamo rinunciare. Senza che il programma perda di efficacia, anzi, che guadagni in sostenibilità.
In parole povere insegnarti come mangiare il gelato o il cioccolato mentre perdi costantemente peso ogni settimana, o come poter far rientrare matrimoni, grigliate e compleanni nel tuo normale programma nutrizionale.
Ma ricorda: è una coperta corta!